Prefazione

Chiunque desideri comprendere la vita e non concepirla come una serie di eventi casuali senza significato, o subirla come una logorante routine a cui non si presta attenzione, deve occuparsi di filosofia, cioè elevare il pensiero oltre i problemi immediati dell’esistenza quotidiana. Solo in questa maniera possiamo cominciare a realizzare il nostro potenziale di esseri umani coscienti, dotati di volontà e capaci di prendere controllo del proprio destino. Tutti noi siamo coscienti del fatto che nella vita le cose che contano richiedano un certo sforzo. Lo studio della filosofia, per sua stessa natura, comporta certe difficoltà, in quanto tratta argomenti lontani dall’esperienza ordinaria.

La terminologia presenta delle difficoltà, perchè le parole assumono un significato che non corrisponde necessariamente all’uso corrente, questo discorso vale per la filosofia come per gli altri settori specializzati del sapere, dall’ingegneria alla psicanalisi. Il fine è quello di costruire per noi stessi una comprensione razionale del mondo in cui viviamo e dei processi fondamentali in atto in natura, nella società e nel nostro pensiero, allora le cose appaiono sotto una luce diversa. Scrisse Prezzolini: Tutti abbiamo una filosofia, ossia un modo di considerare il mondo, è verissimo, proprio tutti hanno una propria filosofia, anche le persone meno colte non possono prescindere da un indirizzo filosofico.

Questo pamphlet è volutamente scritto in modo essenziale ed immediato, con un linguaggio accessibile a tante persone, questo in contrapposizione a troppi scritti filosofici prolissi nei quali si usano linguaggi complessi, ed i concetti importanti sono diluiti in mari di parole inutili; questo non esclude che nel corso della lettura siano trattati temi importanti sui quali si trarranno conclusioni definitive. Io credo che la filosofia non abbia esaurito la sua funzione, come erroneamente si dice, anzi, resta un impareggiabile strumento per capire la realtà e superare la menzogna che è diffusa nel mondo nel quale viviamo. Questo mio discorso nello svolgersi trova il sostegno nelle parole dei miei formidabili maestri da Ludwig Feuerbach, a Friedrich Nietzsche, Bertrand Russell, poi Michel Onfray pensatore contemporaneo, che prima di me in una forma più alta, hanno trattato i medesimi temi da me evocati.

Ma Feuerbach è l’ispiratore di questo lavoro, il pensatore al quale io mi sono riferito, senza il quale questo scritto non sarebbe stato. Il portolano e la bussola che guideranno il mio pensiero saranno il perseguire la conoscenza di ciò che è realmente, escludendo come non vere quelle essenze non reali, perche non dimostrate nella realtà e unicamente frutto della fantasia e dell’illusione. Io definisco “il vero”: l’esatta, completa, ed esaudente descrizione della realtà e del fatto. Definisco poi “realtà”: il modo di essere delle cose che esistono fuori dalla mente umana o liberamente da lei.

Quando io parlo di realtà mi riferisco unicamente alla realtà dell’individuo che a lui si presenta giorno dopo giorno, mostrando sempre un alto grado di complessità, spesso difficilmente comprensibile e gestibile. Il fatto importante è affermare che è sempre la mente, o la ragione, qual dir si voglia, che è deputata a percepire la realtà, quindi la realtà è secondaria alla percezione mentale, questo determina l’origine di quell’errore che chiamiamo religione, quando il sentimento, la paura, l’immaginazione, la fantasia e il desiderio, diventano prioritari sulla realtà materiale e la realtà esterna. Scrive Schopenhauer: Il mondo è una mia rappresentazione, poi Nietzsche: non ci sono fatti, solo interpretazioni; inscrivendosi entrambe in questo modo all’interno di una logica idealistica.

Io penso che la ragione dovrà essere unicamente utilizzata per capire, percepire la realtà che ci circonda, la ragione non è un valore in sé, ma lo è solo in funzione della capacità di cogliere la realtà, quindi la nostra ragione sarà condizionata completamente dal riscontro con il reale. L’intelligenza ha come primaria funzione distinguere ciò che è, da ciò che non è. Il moto più significativo della mia ragione sarà quello finalizzato a comprendere la realtà. La realtà sarà la taratura che regola la funzione della ragione, perche la ragione staccata dalla realtà è l’origine dell’errore in filosofia. Scrisse Feuerbach: La filosofia è la conoscenza di ciò che è. Pensare e conoscere le essenze così come loro sono questa è la legge suprema, il supremo compito della filosofia. Scrisse ancora: solo ciò che è reale è vero. Questo scritto si rivolge all’individuo e mai alla collettività, si rivolge solo a te alla tua realtà individuale e risponde a tutte le domande che da sempre ti sei posto, dando forse delle risposte parziali o incomplete, oppure non sei stato in grado di chiarire concetti importanti, e questo ti fa vivere nel dubbio e nella confusione.

Questo testo si pone lo scopo di raccontare la verità sull’essenza della nostra vita e sul nostro destino d’individui, una verità che praticamente nessuno ci ha mai raccontato, meno di tutti gli insegnamenti religiosi, tutti gli insegnamenti religiosi, che ci inducono nell’inganno, un inganno finalizzato ad occultare la realtà, convincendoci che esiste una realtà diversa da quella evidente. Questa cultura insegna a valorizzare il reale, il visibile, consapevoli che l’evidente è l’unica consistenza che ci resta. Tutti gli uomini sono chiamati ad accettare o a rifiutare miti credenze e culture propri della società dove sono nati e nella quale vivono. L’attualità di questo scritto deriva dalla storia contemporanea, che vede aumentare la dipendenza ai sistemi religiosi su scala planetaria. Onfray ha scritto: Dio non è morto né moribondo, contrariamente a quanto pensavano Nietzsche e Heine. Questo è un libro di parte, spesso categorico nelle sue posizioni, non ha lo scopo di convincere ma unicamente di presentare un pensiero che potrà essere condiviso o respinto in parte o interamente, sta al lettore l’ardua sentenza.

Nel mio pensiero non c’è traccia di alcuna ostilità, pregiudizio, o condanna verso nessuno o nei confronti di nessun pensiero o religione, non è presente l’affermazione di un ateismo militante, c’è unicamente lo sforzo e la finalità di capire la realtà religiosa nei suoi molteplici aspetti, e spiegare con la mia logica questo complesso pensiero. Il mio intento è quello di fare il contrario di quanto fanno i teologi negli insegnamenti della loro dottrina, quando insegnano ad immaginare un’alternativa al mondo reale, io insegno a costruire la propria vita sulla realtà esistente, perché piaccia o non piaccia questa è l’unica consistenza disponibile. Questo lavoro nasce con l’intenzione di fare un po’ di luce in un mondo che seppur ricco di formidabile tecnologia e di beni materiali, sta inesorabilmente scivolando nella tenebra dell’irrazionalità, dove troppi maestri spacciano per vero il nulla, l’inesistente, e l’idolatria. I temi trattati in sintesi in questo scritto sono temi fondamentali. Nei campi dove una filosofia si impegna deve dare delle certezze e risolvere i dubbi, una filosofia che coltiva come valore il dubbio, si annulla lei stessa come senso e valore.

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